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Come l’inbound marketing può migliorare la posizione su google

Scritto da Valeria Caglioni | 8 aprile 2016

 

 

In questo post, ci concentreremo sull’obiettivo di migliorare il posizionamento del sito su Google o nelle pagine dei risultati nei motori di ricerca. Questa volta però, analizzeremo più attentamente le strategie di un’attività relativamente nuova ma incredibilmente efficace: l’Inbound Marketing.

 

 

L’ottimizzazione del sito per migliorarne la posizione deve partire da un piano molto ben organizzato e, in quanto a organizzazione, non c’è nulla di meglio dell’Inbound Marketing. Vi racconteremo l’esempio di come un’azienda sia riuscita a passare dalla decima pagina di una ricerca Google per una particolare parola chiave (con un punteggio di difficoltà 98) alla PRIMA PAGINA, senza utilizzare le tradizionali tecniche SEO.

Il segreto di questo incredibile balzo in avanti nelle pagine dei risultati di ricerca Google si cela nell’applicazione della metodologia Inbound. Mettiamo però subito in chiaro una cosa: non basta lavorarci qualche giorno o settimana. Ci vuole molto impegno per individuare i punti deboli del sito, per correggerli e implementare i cambiamenti. Occorrono mesi per vederne finalmente i risultati in termini di posizionamento su Google e incremento del traffico.

Ecco di seguito alcuni suggerimenti di Inbound Marketing per migliorare la posizione su Google anche per un termine di ricerca molto frequente, difficile e strategico per il business.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La strada è lunga

Non vorremmo distruggere le vostre speranze, ma non esiste una soluzione rapida. Le tecniche marketing capaci di portare alla vostra azienda migliaia di lead pronti all’acquisto senza spendere un euro sono una leggenda. Dovete essere pronti, per usare un’altra volta la metafora sportiva ad allenarvi per correre una maratona. Le attività di Inbound Marketing non sono adatte ai velocisti. Il processo è lungo, deve essere ben strutturato e ben eseguito se si vogliono vedere dei risultati durevoli nel tempo. Ripetiamo, si parla di mesi, non giorni e nemmeno settimane.

Il tempo è un fattore importantissimo soprattutto quando parliamo di motori di ricerca e delle strategie di ottimizzazione applicate per essere trovati più facilmente. Per un passaggio come quello del nostro esempio dalla decima alla prima pagina dei risultati di Google, ci è voluto ben più di un mese e sono stati pubblicati centinaia di post sul blog targettizzati per le parole chiave prescelte. Molte pagine del sito sono state totalmente ridisegnate e altre create ex-novo proprio per la campagna Inbound. La stessa struttura architettonica del sito è stata rivista. Le attività sui canali sociali sono state incrementate e le condivisioni si sono concentrate sui contenuti e le keyword.

La “caccia” ai link esterni (referral link) è stata fondamentale per avere dei riferimenti in altri portali e blog al sito e rafforzarne la credibilità agli occhi di Google. Le mappe del sito sono  state continuamente aggiornate con la crescita dell’offerta di contenuti, il lavoro sul sito è stato attento e scrupoloso, per assicurarsi che non ci fosse nemmeno un link non funzionante, caratteristica che migliora notevolmente il punteggio assegnato dal motore di ricerca. Con il tempo si è vista migliorare la posizione su Google e si è potuta fare un’analisi concreta dei fattori più impattanti ai fini del ranking per le parole chiave scelte. Tutta questa attività forma un bagaglio di competenze ed esperienze che non si imparano in uno workshop o con un corso d’aggiornamento, perché derivano dalla pratica e dalla conoscenza delle proprie attività. Ecco il vero segreto.

 

Flessibilità

Una delle lezioni da imparare fin da subito quando si intraprende una campagna per migliorare la posizione su Google è che anche una strategia pianificata perfettamente non sempre funziona come ci si aspetterebbe. In effetti, con l’esperienza si dà molta più importanza al tempo speso nella fase di analisi delle performance e ottimizzazione di una campagna che non nella sua pianificazione. Migliorare la posizione di Google e sui motori di ricerca è un tipico esempio di obiettivo per cui le attività andranno ripianificate man mano.

Le tecniche per migliorare il posizionamento nei risultati dei motori di ricerca si rinnovano praticamente ogni giorno, perché gli stessi motori di ricerca modificano i propri algoritmi, rendendo questa sfida davvero complessa e avvincente. Ma anche le aziende vostre concorrenti per la “conquista” del posizionamento per determinate parole chiave cambiano le loro strategie. Ciò che ha funzionato il mese scorso potrebbe non funzionare questo mese e dovrete essere flessibili, pronti a reagire velocemente alle novità del mercato.

Torniamo all’esempio: lanciato il sito con la nuova struttura e la relativa mappa dei contenuti, l’azienda ha visto peggiorare drasticamente il proprio posizionamento per le parole chiave targettizzate. Certamente non si aspettavano questa situazione  dopo avere impostato una campagna per la ricerca organica, ma sono riusciti subito ad individuarne le cause, hanno ristrutturato il sito e visto una notevole crescita nel ranking in poche settimane. Se avessero atteso troppo e non fossero intervenuti tempestivamente nell’analisi delle performance e nella sistemazione del problema, probabilmente il danno sarebbe stato molto più grave e ci avrebbero messo molto più tempo a risalire.

 

Analisi, revisione, reazione e azione

Un conto è dire di volere essere flessibili, ma ESSERLO veramente è tutta un’altra storia. Un approccio di questo tipo permette ad un team di lavoro di organizzarsi, ragionare in modo strategico e agire con intelligenza, senza i limiti imposti da una procedura troppo pesante o dai tempi stretti.

L’analisi dei dati andrà eseguita dal vostro team almeno una volta alla settimana e per alcuni parametri, anche una volta al giorno. Dopo avere individuato le criticità o le nuove opportunità, è importante che i vostri collaboratori sappiano cosa fare DOPO.

Nel caso del nostro esempio l’analisi delle performance doveva confermare la validità della campagna, corrispondere ad una reazione per risolvere il problema riscontrato o sfruttare un’opportunità che si poteva essere creata.

In sintesi, la squadra doveva avere un Piano d’Azione specifico e metterlo in pratica. È un concetto apparentemente semplice, ma permetterà ai vostri collaboratori di sentire la responsabilità e il potere di rispondere velocemente ad una situazione e avere un forte impatto sui risultati.

 

Non abbiate paura di sbagliare

Come abbiamo detto nel paragrafo precedente, non tutte le vostre attività avranno inevitabilmente un esito positivo. Sbagliando si impara ed è dagli errori che si apprendono le lezioni più importanti. Non abbattetevi dopo un piccolo fallimento, cercate di imparare dei vostri sbagli e fare in modo che non si ripetano in futuro.

Tutto (o quasi) ciò che fate è rimediabile, non abbiate timore di sperimentare tecniche nuove o approcci differenti. Sono pochissime le persone esperte in Inbound Marketing al punto da poter dire con assoluta certezza cosa sia giusto o sbagliato fare.

Certamente la vostra azienda reagirà in modo diverso ad una campagna rispetto a un’altra azienda: possiamo suggerirvi di pubblicare più post sul blog, ma non sappiamo con esattezza quanti visitatori in più avrete sul sito passando da 3 a 4 articoli alla settimana. Solo dopo un test di circa un mese conoscerete l’effettivo impatto di tale attività sul volume di visite.

 

Provate, provate, provate

La vostra risposta ad ogni suggerimento dovrà essere: “Facciamo una prova”. Mai come oggi abbiamo avuto così tanti dati a disposizione nel modo del marketing. Le opinioni personali perdono di valore se messe di fronte a dati oggettivi e il digital ne offre quanti ne volete. Pensate che la vostra landing page non funzioni bene? Provatene una nuova versione. Il vostro annuncio per la campagna a pagamento PPC non è abbastanza attraente da portare risultati? Cambiatelo e fate un test. Una parola chiave risulta troppo complicata da conquistare in termini di posizionamento? Sostituitela e fate un altro tentativo.

Per chi ha a che fare con il Marketing Inbound, la sperimentazione è tutto. Bisogna sempre provare a FARE, con la pratica sarete sempre più bravi e pronti a reagire per testare ancora nuovi cambiamenti e vedere migliorare sempre più le performance della vostra campagna digitale.

Più test farete, più furba diventerà la vostra campagna digitale Inbound e ovviamente più risultati ne deriveranno: la vostra azienda sarà trovata facilmente migliorando il posizionamento nelle pagine di ricerca Google e otterrete lead qualificati, incrementando il fatturato.

 

 

 

Se migliorare la posizione su Google per una o più parole chiave è la vostra priorità numero uno al momento, dovete assolutamente prendere in considerazione l’approccio Inbound. Scegliete con cura le keyword: è un passaggio fondamentale, come porsi i giusti obiettivi. Ora, è il momento di sperimentare: stabilite il vostro punto di partenza perché senza sapere da dove partite è impossibile immaginare dove volete arrivare.

 

Un ottimo inizio può essere il blog. Per un mese (o forse più), concentrate i vostri sforzi sulla scrittura di post incentrati sulle parole chiave target della campagna che avete scelto in precedenza. Successivamente, date un’occhiata al vostro sito: c’è almeno una pagina dedicata a quella parola chiave? Se la risposta è negativa, createla, ne avete bisogno. Non deve essere un sottodominio, ma una sezione del sito vera e propria, un’estensione del dominio principale. Fatto ciò, dovreste iniziare a vedere migliorare la vostra posizione Google (o Yahoo o Bing) per la ricerca delle parole chiave e contemporaneamente assistere ad un incremento del traffico organico sul sito.

 

Quello che vi abbiamo raccontato nel post è solo uno dei vantaggi della metodologia Inbound. Se volete approfondirne le tecniche, continuate a seguirci e se volete commentare, fatelo nel form sottostante.