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Come sviluppare un blog aziendale con l’inbound marketing

Scritto da Valeria Caglioni | 13 marzo 2017

 

Uno degli obiettivi principali dell’inbound marketing è attrarre traffico di utenti qualificati al sito. Per raggiungerlo la creazione di un blog aziendale e la pianificazione strategica dei contenuti sono un passaggio cruciale.

Scrivendo articoli ottimizzati, con le giuste parole chiave e promuovendoli nei luoghi digitali frequentati dai potenziali clienti, si assiste a un notevole incremento dei visitatori del sito.

 

L’articolo di oggi è una guida sviluppata in 8 punti per un’attività di blogging efficace:

 

  • Frequenza delle pubblicazioni basata sulle statistiche
  • Integrazione del blog con gli strumenti SEO
  • Lunghezza degli articoli
  • Iscrizioni al blog 
  • Meccanismi di lead generation
  • Uso dei social media
  • Ripubblicazione dei post di maggiore successo
  • Analisi di link inbound, visualizzazioni e condivisioni

Come sviluppare un blog aziendale con l’inbound marketing

Per quanto si tratti di un canale basilare per la strategia inbound, non basta scrivere articoli per il blog per iniziare a vedere un incremento nel traffico sul sito aziendale. Occorre una pianificazione oculata dell’attività di content marketing per fare sì che conduca ai resultati desiderati.

 

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Iniziamo dunque con la guida declinata in 8 punti per sviluppare un blog che supporti l’esecuzione del piano inbound dell'azienda.

 

1) Frequenza delle pubblicazioni basata sulle statistiche

Una volta alla settimana, una volta al mese o una volta al giorno? Non esiste una regola generale che si adatti a tutti i casi per stabilire con quale frequenza debbano essere pubblicati gli articoli sul blog aziendale. Dipende molto dalla competitività del mercato nel settore, se i vostri concorrenti scrivono ϰ volte al mese, voi fatelo di più. Maggiore competizione trovate per posizionarvi nei motori di ricerca rispetto alle parole chiave strategiche per il business, più articoli vi serviranno per migliorare il ranking.

Una volta stabilita la frequenza di pubblicazione iniziale, l’inbound marketing prevede che ogni tipo di attività sia monitorata e ottimizzata e il blog non fa eccezione. Poniamo il caso che abbiate scelto di pubblicare i vostri post una volta al mese, potrebbe essere sufficiente ad avere un impatto positivo sui risultati. Controllate il ranking per le keyword che avete targettizzato, il numero di visitatori organici e i lead ottenuti nei 30 giorni successivi alla pubblicazione: se i valori sono tutti in crescita, un articolo a settimana può bastare; al contrario, se non si verificano miglioramenti, dovrete provare a scrivere più spesso.

 

2) Integrazione del blog con gli strumenti SEO

Per avere un blog che porti risultati concreti all’azienda, come aumento del traffico organico e dei lead qualificati, un requisito indispensabile è l’integrazione della produzione di contenuti con gli strumenti SEO.

Per farlo, individuate una serie di parole chiave per le quali vorreste essere trovati tramite i motori di ricerca, un insieme di keyword generiche (solitamente difficili dal punto di vista del posizionamento) e più specifiche (con meno traffico e più facili). Si tratta di una fase particolarmente critica, ma targettizzando più parole chiave avrete la possibilità di posizionarvi anche in pochi giorni per alcune, mentre dovrete attendere più a lungo per altre.

 

 

L’approccio vincente prevede che il blog aziendale risponda alle domande del prospect. I motori di ricerca aggiornano costantemente gli algoritmi che definiscono il ranking delle pagine web e la tendenza va sempre più nella direzione di comprendere le intenzioni degli utenti che eseguono una ricerca. Usate i vostri contenuti per rispondere con informazioni utili e rilevanti ai dubbi del pubblico target e i risultati non tarderanno ad arrivare.

 

3) Lunghezza degli articoli

Esistono due scuole di pensiero riguardo la lunghezza giusta per i post del blog: i formati più brevi vanno dalle 600 alle 800 parole, mentre quelli più lunghi arrivano a circa 2000. Ultimamente si parla spesso dell’importanza data da Google alla lunghezza degli articoli che avrebbero più probabilità di posizionarsi meglio rispetto a quelli brevi.

 

Leggi anche: meglio 1 post da 1000 parole o 5 da 200?

 

Anche in questo caso però è bene affidarsi all’analisi delle statistiche, altra colonna portante dell’inbound marketing. Cominciate con la scrittura di articoli brevi che sono veloci da produrre e semplici da leggere per i visitatori. Se riuscite a raggiungere un buon posizionamento grazie a questi post, continuate così, se  invece continuate a lottare per il ranking, fate un test con contenuti di 2000 parole.

Perché l’esperimento sia valido, scrivete gli articoli più approfonditi su un argomento già trattato nel post da 600 parole che non si è posizionato e targettizzate le stesse parole chiave in modo da potere confrontare le performance.

 

4) Iscrizioni al blog 

Abbiamo visto come l’attività di blogging dia un notevole supporto all’ottimizzazione SEO, ma ricordate che i contenuti sono scritti per i lettori, non solo per Google.

L’obiettivo è informare i potenziali clienti coinvolgendoli con articoli sempre nuovi e portarli alla maturazione, al momento in cui saranno pronti per un contatto diretto con l’azienda. Per raggiungerlo avete bisogno di utenti iscritti agli aggiornamenti del blog che potranno chiedere di ricevere in tempo reale ad ogni pubblicazione di un nuovo post, una volta al giorno, alla settimana o al mese.

Così facendo avrete la certezza di rivolgervi a un pubblico interessato composto da clienti e prospect, ogni volta che scrivete un articolo. La voce dell’azienda, le vostre opinioni, le storie e le novità arriveranno così nella casella di posta degli iscritti che ne avranno fatto richiesta ogni volta che desiderano. 

 

 

L’iscrizione al blog per il visitatore deve essere un’operazione semplice da eseguire, fate in modo che sia quasi scontato che chi scarica un contenuto premium voglia anche ricevere i vostri aggiornamenti.

Anche i commerciali e gli addetti al servizio clienti dovrebbero invitare le persone con cui parlano a iscriversi al blog dell’azienda. Un’attività semplice e per nulla fastidiosa che tuttavia non è frequente nelle organizzazioni e potrebbe dare una notevole spinta alle interazioni e alle visite al sito.

 

5) Meccanismi di lead generation

I lettori del blog hanno una caratteristica che li accomuna: vogliono sapere di più del settore, di un prodotto o servizio e si rivolgono alla vostra azienda come fonte autorevole di informazioni. Sfruttate questa opportunità e oltre a offrire un articolo, date la possibilità di accedere a un contenuto più approfondito e dettagliato sul tema. L’utente potrà scaricarlo gratuitamente dopo avere compilato un form con i propri dati di contatto, diventando così un lead a tutti gli effetti.

Tutti i post pubblicati sul blog devono contenere una call to action che mostri il percorso suggerito al visitatore per continuare a educarlo su un determinato argomento. È importante rispettare il contesto del prospect, sia dal punto di vista degli interessi che da quello della fase del processo d’acquisto che sta attraversando.

Le strategie di lead generation sono strettamente connesse a quelle di content marketing e la produzione di articoli dovrebbe essere definita nel calendario editoriale anche in base alla disponibilità di nuovi contenuti premium da promuovere.

 

6) Uso dei social media

Nell’approccio inbound i social media ricoprono un ruolo strategico, ma ovviamente non basta condividere ogni articolo del blog su Facebook per essere efficaci. I canali social devono essere usati per creare conversazioni che si trasformino in relazioni di fiducia con il pubblico target.

Trovate degli spunti per iniziare a interagire con la community e proponete la lettura dei vostri contenuti che rappresentano la visione dell’azienda in merito a un tema. Così facendo attrarrete traffico al sito, avrete l’occasione di avere più iscritti al blog, rafforzerete la presenza dell’azienda sui social media e incrementerete la lead generation.

Si tratta certo di un processo più complicato e lungo della semplice condivisione automatica, ma adatto alle aspettative degli utenti social.

 

7) Ripubblicazione dei post di maggiore successo

Dopo qualche mese dall’inizio dell’attività di blogging sarete in grado di analizzare le visualizzazioni e le conversioni ottenute.

Gli articoli di maggior successo sono una risorsa molto preziosa. Se hanno raggiunto un ottimo posizionamento nei risultati di ricerca e altri siti esterni li citano tramite link referral, vi basterà aggiornarne il contenuto per continuare ad attrarre ulteriori visite, link e lead.

 

Leggi anche: Come e perché riciclare i vecchi post del blog aziendale

 

L’attività di aggiornamento e ripubblicazione è certamente meno dispendiosa sia in termini di tempo che di risorse rispetto alla creazione di contenuti originali e  può portare risultati persino migliori.

 

8) Analisi di link inbound, visualizzazioni e condivisioni

Vi sarete sicuramente resi conto che la gestione del blog richieda molto lavoro e un certo investimento, si tratti di risorse interne o della collaborazione con un’agenzia di content marketing. I risultati però sono eccezionali, vediamo come misurare il ROI di questo canale con l’analisi accurata delle performance del blog.

 

Le statistiche principali a cui fare riferimento sono 3:

 

  • Visualizzazioni ovvero il numero di persone che hanno letto l’articolo. Va da sé che più utenti lo leggono, più è interessante e maggiore è la popolarità dell’argomento trattato. A prescindere dal vostro gusto e dall’opinione personale che potete avere su un post, i dati sono l’unico metro di misura per essere certi di impostare le campagne future nel modo giusto e di scegliere temi per i quali i prospect abbiano dimostrato coinvolgimento.
  • I link inbound sono collegamenti creati su altri siti di settore: chi scrive ha trovato particolarmente utile il vostro post e inserisce un link, inbound appunto, che porti i lettori a leggerlo. Più link di questo tipo si riescono a ottenere, migliore sarà il posizionamento della pagina dell’articolo e di conseguenza del sito e del blog. Non solo, l’immagine di autorevolezza agli occhi del lettore sarà rafforzata, perché vedendo che altri siti fanno riferimento ai vostri contenuti, ne apprezzeranno ulteriormente il valore.
  • Le condivisioni sui social media sono da considerarsi come un endorsment digitale. Se gli utenti tweettano, condividono o cliccano mi piace a un contenuto condiviso, la loro rete lo viene a sapere e questo diventa virale raggiungendo un’esposizione molto maggiore. L’effetto del social share funge da acceleratore ed è fondamentale per raggiungere risultati più velocemente in un programma a lungo termine come l’inbound.

 

 

Che un’azienda B2B abbia bisogno di un blog è fuor di dubbio, i buyer oggi cercano informazioni, dati e statistiche e non si accontentano di sentirsi raccontare le meraviglie di un prodotto o servizio dal commerciale di turno.

Non vogliono leggere una serie infinita di pagine del sito o scorrere il catalogo online, hanno bisogno di conoscere voi, il business, la storia e di capire come potete aiutarli.

 

 

Il blog è il luogo ideale per fare sentire la vostra voce e raccontare chi siete e che tipo di partner potete diventare per i potenziali clienti, creando una relazione basata sulla fiducia reciproca.

 

 

Per questo è importante inserire il piano di blogging in un contesto più ampio e integrato come la strategia inbound: la scrittura e l’ottimizzazione tramite gli strumenti SEO sono indispensabili per essere trovati dai prospect tramite i motori di ricerca, così come un uso intelligente dei social media e la creazione di link provenienti da altri siti di settore.

 

Gli articoli vi aiuteranno a connettervi con il pubblico target e avvicinarlo al brand già dalle primissime fasi del processo d’acquisto e in questo senso è decisamente il cuore pulsante della strategia.