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I canali paid più efficaci per la demand generation di un’azienda b2b

Scritto da Valeria Caglioni | 16 giugno 2020

Avviare un piano di demand generation è essenziale per ottenere fin da subito risultati dalle strategie di marketing b2b, in termini di brand awareness e lead generation. Le campagne di content e inbound marketing, così come l’ottimizzazione SEO delle pagine web, possono impiegare alcune settimane per generare risultati che durino nel tempo.

Quando si ha bisogno di dimostrare immediatamente un ritorno, quindi, vale la pena investire in canali a pagamento. Vediamo quali sono i più efficaci, nell’articolo che segue.

Perché attivare un piano di demand generation

Le aziende b2b che hanno avviato un progetto di inbound marketing, e sono in attesa che inizi a generare risultati, possono dargli una spinta attraverso campagne digitali a pagamento, finalizzate alla demand generation.

 

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Per potere ottenere traffico, lead e clienti dai contenuti pubblicati, è fondamentale che siano visibili per il pubblico target; ecco alcuni canali efficaci per le attività paid.

Sponsorizzazioni sui social media

Il primo vantaggio delle campagne a pagamento sui social media è che non sono necessari investimenti ingenti per ottenere risultati. È fondamentale, però, creare il pubblico target in modo accurato ed evitare di bombardare tutti gli utenti con inserzioni che non reputano rilevanti.

Per il b2b, consigliamo sicuramente LinkedIn e Facebook.

Retargeting

La tecnologia retargeting permette di mostrare le inserzioni a pagamento solo a chi ha già visitato il sito dell’azienda. Sia Facebook, sia Google offrono questa possibilità, attraverso l’inserimento di un pixel di tracciamento sulle pagine web.

Perché il retargeting sia davvero efficace, è utile creare inserzioni specifiche basate sulla fase del buyer’s journey dei visitatori del sito. I banner potrebbero essere molto simili alle call to action e invitare a scoprire di più sul tema affrontato dalle pagine lette in precedenza.

Meglio non esagerare con la frequenza delle visualizzazioni delle inserzioni e prevedere landing page specifiche per questo tipo di campagne.

Inserzioni video

Il formato video è tra i più efficaci all’interno delle strategie di content marketing b2b e YouTube è senza dubbio un canale su cui puntare, anche per le campagne paid. Il potenziale è immenso: YouTube, in particolare, permette di inserire banner all’interno dei video, per mostrarli agli utenti della piattaforma che rispondano alle caratteristiche dei clienti ideali, promuovere un video pubblicato sul proprio canale o mostrare i primi 5 secondi di un filmato nei contenuti sponsorizzati (che non possono essere saltati).

Una volta che il canale avrà raggiunto un buon numero di iscritti o di visualizzazioni medie, gli stessi video potranno portare traffico al sito attraverso call to action dedicate.

Un’altra possibilità è quella di acquistare spazi nei risultati di ricerca per specifiche parole chiave, su YouTube come su Google che ne è proprietario; nel prossimo paragrafo trovi un focus sul motore di ricerca più conosciuto.

Google Ads

Sapevi che circa il 90% delle entrate di Google deriva dalla pubblicità?

Il successo delle inserzioni sui motori di ricerca è dovuto al fatto che si tratta del modo più immediato per attrarre traffico qualificato al sito aziendale. Perché si tratti di utenti validi, proprio come nelle strategie inbound, anche nella demand generation da Google occorre assicurarsi di avere studiato le esigenze delle diverse buyer persona, il loro percorso d’acquisto e le domande che rivolgono ai motori di ricerca.

Per dare spinta ai propri contenuti e metterli di fronte alle persone giuste, nel momento in cui cercano proprio quelle risposte, gli ads su Google (o Bing) possono essere una soluzione immediata.

Native advertising

Nel concetto di native advertising rientra la strategia di paid content discovery che non è altro che un’inserzione sponsorizzata che ha l’aspetto dei contenuti organici presenti su un sito.

Ad esempio, su molti siti di informazione puoi trovare - in basso o nella barra laterale - la dicitura “articoli suggeriti” oppure “contenuti promossi” che portano l’utente non su un’altra pagina interna al sito, besnì al di fuori.

La strategia paid content discovery ti permette di promuovere un articolo del blog che ancora non si è posizionato organicamente nei motori di ricerca, ma che è potenzialmente interessante per il pubblico che frequenta quel sito.

Tra le piattaforme più note che offrono servizi di native advertising, ricordiamo Outbrain e Taboola.

Si tratta di strategie che nel tempo si sono rivelate più efficaci rispetto alle campagne display, perché non sono percepite come un disturbo per la navigazione e i contenuti, se ritenuti interessanti dagli utenti, possono generare un coinvolgimento anche maggiore a quello del sito stesso.

Campagne display

La strategia display è un altro metodo per aumentare la brand awareness e può rientrare nei piani di demand genaration b2b. Per ottenere risultati, è fondamentale definire una lista precisa delle parole chiave strategiche che serviranno ad attivare le inserzioni solo per i prospect che rientrano nel target.

Le campagne display sono state tra le prime forme di digital marketing a pagamento e hanno subito un forte calo nelle performance a causa dei cosiddetti ad-block. Occorre fare molta attenzione, quindi, per non rischiare di vedere sprecati i propri investimenti.

I consigli che ti abbiamo offerto in questo articolo riguardano le campagne a pagamento che fanno parte di una strategia di demand generation marketing. Si tratta di iniziative che possono aiutare le aziende a ottenere risultati dai contenuti che ancora non hanno raggiunto volumi di traffico sufficienti o per ottimizzare il rendimento delle campagne inbound. HubSpot, infatti, suggerisce di mantenere sempre attive delle sponsorizzazioni, per promuovere i contenuti che hanno avuto maggior successo in termini di coinvolgimento e lead generati.

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