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Come creare email marketing B2B che NON sia spam

Scritto da Valeria Caglioni | 4 maggio 2017

 

Anche quando un’azienda riesce a pianificare e applicare una strategia efficace in grado di fornire un buon numero di contatti commerciali validi dai canali digitali, è piuttosto normale che continui anche ad attivare campagne email tradizionali.

Nulla di male, se ben costruite. Il punto è proprio questo: come creare email marketing B2B che sia efficace e soprattutto non vada a finire nella cartella spam?

In questo post troverete un elenco di consigli per inviare messaggi utili, personalizzati e che rappresentino un valore per i prospect e un’infografica riassuntiva con gli errori da evitare.

 

Come creare email marketing B2B che NON sia spam

Quando sono ben scritte e inviate alle persone giuste, le email sono uno strumento di marketing digitale ancora molto valido per trovare nuovi clienti e incrementare il fatturato di un’azienda B2B. 

Non si può dire lo stesso delle campagne inviate genericamente a liste di contatti acquistati e che magari non hanno mai richiesto di ricevere le vostre email.

Entriamo allora nel merito degli errori da non commettere quando si creano campagne email.

 

Non hai tempo per leggere l’articolo? Vai subito all’infografica!

 

 

1) L’email non contiene il nome del destinatario

A nessuno piace ricevere un messaggio che inizia con "Salve [nome]" o "Gentile signora/Egregio signore" ed è molto probabile che se non si conosce il mittente non si prosegua nemmeno nella lettura. È molto importante inserire il nome del contatto per dare la sensazione che il messaggio sia pensato su misura e non inviato ad altre centinaia di persone. Se usate dei template, controllate anche 10 volte di avere inserito tutti i dati del destinatario, se vi affidate a una piattaforma di marketing automation, inviate dei messaggi di prova ai colleghi per eseguire un double check.

 

2) Il messaggio non è utile

Se l’email è totalmente incentrata sull’azienda mittente, su quanto sia esperta, solida e su tutti i prodotti o servizi offerti, in che modo può rappresentare un valore per il prospect che la legge?

Non dimenticate mai di includere un contenuto che possa essere utile al destinatario in quel particolare momento del ciclo d’acquisto: un link all’ultimo articolo sul blog aziendale o a una landing page per scaricare una guida pratica, un elenco di suggerimenti per rendere il suo lavoro più semplice o la presentazione di un collega che potrebbe rispondere alle sue domande.

 

3) L’email non è minimamente personalizzata

Immagino abbiate un profilo LinkedIn, giusto? Bene, se non l’avete ancora, vi consigliamo vivamente di farlo e qui trovate una guida all’uso del social network più efficace per il B2B.

LinkedIn offre una serie di informazioni utilissime nella fase di intelligence riguardo a un potenziale cliente. Non abbiate timore di includerle nel messaggio email che oltre a sembrare costruito su misura per il destinatario, dimostrerà che vi siete impegnati per capire cosa possa realmente interessargli.

 

 

 

4) Non ci sono riferimenti all’azienda target

La personalizzazione vi apre le porte e invita a proseguire nella lettura del vostro messaggio, tuttavia riguarda, va da sé, la persona: il suo lavoro, i suoi obiettivi e il suo profilo social. Perché sia davvero centrata sulle esigenze del lettore, tuttavia, dovrete inserire alcuni elementi che riguardino l’azienda e il settore di riferimento. Quali sono le notizie che la riguardano? Quali i trend che stanno trasformando il mercato? In questo modo sarete certi di fare breccia nell'interesse del destinatario, perché conoscerete le priorità del suo dipartimento e saprete come aiutarlo a contribuire al successo dell’intera azienda.

 

5) L’email si limita a porre una domanda

"Salve, è disponibile per un incontro di 30 minuti?"

Cosa potrà rispondere alla domanda il prospect che non vi conosce e non ha la minima idea di come questo ipotetico incontro possa essergli utile. Probabilmente non scriverà nemmeno il suo no e si limiterà a ignorare il messaggio; nella peggiore delle ipotesi finirà nella casella della posta indesiderata.

Non siate pigri, probabilmente la richiesta di incontro è l’obiettivo ultimo della vostra campagna email, ma il messaggio non può limitarsi a questo. Spiegate in che modo potete aiutare il prospect in una particolare difficoltà lavorativa e non correrete il rischio di finire nel buco nero dello spam.

 

6) Il messaggio è pura pubblicità

Il consiglio sempre valido è di non parlare troppo a lungo di sé: se la vostra email è solo un lungo spot pubblicitario per l’azienda, perché il lettore dovrebbe essere interessato? Fate in modo di spostare il centro dell’attenzione da voi a loro.

 

7) Il messaggio è spedito a una lunga lista di destinatari

Niente suona meno personale di un messaggio inviato a tutti i lead che avete nel database e inserire gli indirizzi nel campo ccn non è una soluzione.

Le campagne email di massa vengono immediatamente riconosciute come spam, nulla da aggiungere.

 

8) Errori di battitura & grammaticali

Immaginate come si possa sentire il vostro prospect di fronte a un’email con lettere mancanti, parole scorrette o peggio gravi errori grammaticali! Ricordate che state rappresentando l’azienda e ogni comunicazione deve essere impeccabile.

 

9) Il destinatario non è il giusto cliente target

Anche il messaggio scritto con più cura, personalizzato e costruito su misura per le esigenze di uno specifico settore può non essere adatto. Il destinatario dell’email è la persona giusta? Si tratta davvero della buyer persona che avete identificato come target ideale della vostra campagna?  

 

10) Il campo oggetto contiene parole identificabili come spam

"Guadagna denaro extra mentre dormi"

"Caro amico"

"GRATIS da non credere!"

C’è da scommettere che messaggi di questo tipo finiranno dritti nella casella di posta indesiderata, perché contengono dei veri e propri allarmi per i filtri anti spam.

 

11) Il campo oggetto è ingannevole

Non ci sono solo i filtri anti spam: se il messaggio non corrisponde a quanto promesso nel campo oggetto, sarà il destinatario a segnalarne il contenuto come indesiderato.

Ecco alcuni comportamenti da evitare: scrivere "Re:" o "Fwd:" e altri riferimenti a colloqui precedenti nel campo oggetto se non avete mai avuto contatti con il prospect.

Se non avete mai incontrato il destinatario, non fingete di conoscerlo, la momentanea sensazione di familiarità sfocerà in rabbia e frustrazione quando capirà la pressa in giro.

 

12) Testi evidentemente frutto di copia e incolla

Caratteri e colori diversi nello stesso testo sono un segnale che il contenuto è stato copiato e incollato all’interno del messaggio email. Anche se si tratta di un template preimpostato, è importante uniformare il testo perché venga davvero letto.

 

13) L’intera email è stata copiata e incollata

Usare un template è legittimo, ma copiare e incollare sempre lo stesso testo nelle email di marketing non lo è. Ci sono aree che hanno bisogno di essere personalizzate e adattate a seconda del destinatario, dell’azienda di cui fa parte, de settore di riferimento. Come si può offrire un valore inviando un messaggio uguale a tutti?

 

14) L’email è semplicemente un link

Un messaggio come quello dell’esempio qui sotto farebbe suonare l’allerta spam a chiunque lo riceva.

 

Salve! www.cliccaquipervisitareilsitodellazienda.it

 

Spesso infatti le email che diffondono virus informatici contengono solo link. Potrebbe anche trattarsi della fonte di notizie più utile per il prospect, ma non c’è alcuna possibilità che un contatto che non conosce l’azienda e il mittente clicchi un link senza ulteriori spiegazioni.

 

 

 

Seguite i nostri consigli anche se avete il minimo dubbio che la campagna email marketing che state creando possa essere avvertita come spam.

La personalizzazione è una componente fondamentale all’interno di una strategia efficace e che porti risultati concreti all’azienda.

Se volete sapere di più sulla pianificazione strategica e volete dei consigli, pronotate una consulenza GRATUITA cliccando qui sotto!