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Come incrementare il ROI di content marketing nel b2b

Scritto da Valeria Caglioni | 12 febbraio 2019

Gli esperti di content marketing, dopo avere supportato diverse aziende nel loro storytelling sui diversi canali digitali, hanno raccolto le loro idee e i consigli per ottenere risultati misurabili.

In questo articolo, analizzeremo in particolare la piattaforma social professionale per eccellenza, LinkedIn, rispondendo ad alcune domande sul suo utilizzo, con suggerimenti e strategie efficaci per incrementare il ROI di content marketing nel b2b:

 

  • quali sono le best practice per ottimizzare le campagne di content?
  • quali gli errori più comuni che possono essere evitati?


È possibile misurare e incrementare il ROI di content marketing?

La risposta è un sonoro sì, è possibile sia misurare che incrementare il ROI di content marketing.

Nel caso specifico di questo articolo, vogliamo però concentrarci sulle potenzialità di LinkedIn e della possibilità di sponsorizzare i contenuti sulla piattaforma social forse più idonea alle attività di marketing e sales b2b. Quali sono le best practice per ottimizzare le campagne di content?

Quali gli errori più comuni che possono essere evitati?

Scopriamolo, nelle prossime righe.

 

La premessa indispensabile per approcciarsi alle campagne sponsorizzate su LinkedIn

Il primo passo per ottenere risultati con qualsiasi canale digitale è acquisire dimestichezza con il mezzo. Difficilmente, se non si è iscritti alla piattaforma con un profilo personale e se non si è degli assidui consumatori dei contenuti presenti sulla piattaforma business, si può ipotizzare quali formati, argomenti e toni sia meglio utilizzare.

Nel content marketing, la condivisione dei materiali prodotti è talmente ampia che può capitare che si perda di vista il suo vero obiettivo. Monitorare ciò che funziona e crea coinvolgimento del pubblico target, familiarizzare con il canale e seguire gli esempi di successo è il primo passo per creare una campagna LinkedIn efficace.

 



Quali sono gli elementi necessari per iniziare una campagna?

Per attivare una campagna e promuovere un contenuto di marketing su LinkedIn, l’elemento da cui cominciare è il contenuto stesso: può trattarsi di un articolo del blog aziendale, di un contenuto scaricabile, della comunicazione di un evento, di un comunicato stampa.

Inoltre, serviranno un’immagine e un breve testo per il post che includa il link per portare il traffico dal social al sito.

 

Ma c’è dell’altro: gli esperti in social marketing su LinkedIn consigliano infatti di preparare tra i 2 e i 4 contenuti leggermente diversi tra loro per ogni campagna sponsorizzata, in modo da potere eseguire degli A/B test.

Un esempio? Prova a sostituire l’immagine principale del post, a usarne una identica ma con un testo diverso in sovraimpressione, testa 2 diversi titoli per il post e altrettante call to action.

Non solo avrai modo di valutare quale tipo di post attira maggiormente l’attenzione del tuo pubblico target, ma otterrai maggiori risultati perché LinkedIn premia la differenziazione dei contenuti, per evitare di avere una ripetizione nelle pubblicazioni che può sembrare un’attività di spam e quindi assicurare qualità all'esperienza degli utenti.

 

In pratica, più varietà si offre, maggiori sono le opportunità di raggiungere i prospect con i propri post e di incrementare il ROI di content marketing.

Quali sono le considerazioni da fare per la definizione del budget?

La definizione di una strategia di targettizzazione efficace è alla base di un risparmio considerevole in termini di budget per le campagne a pagamento su LinkedIn, come su ogni canale digitale.

Più il pubblico selezionato per l’inserzione è specifico, maggiori sono le possibilità che compaia nella bacheca delle persone giuste.

Attenzione però a non eccedere con i parametri, per non rischiare di pagare troppo e ottenere pochissimi contatti validi.

Se la nicchia di mercato a cui punta la tua azienda è un target per molti concorrenti, l’unico modo per fare percepire i valori unici e attrarre attenzione (e clic) è trovare dei parametri di targettizzazione più intelligenti degli altri.

Ad esempio, se la tua campagna è rivolta a un ruolo specifico di un’azienda SaaS, potrai indicarlo al momento della creazione dell’inserzione, ma ti consigliamo di creare un giusto mix tra funzioni e anzianità in azienda, magari includendo anche le skill e l’appartenenza a specifici gruppi di settore.

La fase di monitoraggio servirà poi a comprendere quale pubblico risponda meglio, generi il maggiore coinvolgimento, converta più lead e garantisca un ritorno dell’investimento.

 

Quali sono gli errori più comuni fatti dalle aziende su LinkedIn?

L’errore più frequente è la complessità, soprattutto quando si avvia la prima campagna. Troppa frammentazione non funziona, avere diversi post sponsorizzati non paga in termini di ROI, né di impression che rischiano di risultare davvero troppo limitate.

 

Meglio concentrarsi su un obiettivo per volta, su una buyer persona specifica e creare un contenuto davvero valido che possa coinvolgerla e poi proseguire con un’attività di marketing automation, in modo da seguirla lungo tutto il processo d’acquisto.

 

 

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