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Ottimizzazione SEO on-page: 10 regole d’oro da seguire

Scritto da Valeria Caglioni | 26 marzo 2020

L’importanza di un sito web aziendale nel mondo del marketing b2b è duplice: da un lato, avere una vetrina digitale consente di comunicare in modo immediato con clienti e prospect; dall’altro, l’ottimizzazione SEO delle pagine permette di attrarre ulteriori visitatori qualificati.

In che modo? Continua a leggere questo articolo, ti proporremo 10 consigli e best practice per aiutarti a migliorare il posizionamento delle tue pagine nei motori di ricerca online.

Cosa significa ottimizzazione SEO on-page?

Significa migliorare una serie di elementi sulle pagine del sito web aziendale, particolarmente strategici per i motori di ricerca, per favorire il posizionamento per le parole chiave in target.

Le tecniche e le attività che rientrano nella SEO sono diverse e tutte importanti allo stesso modo. Abbiamo provato a sintetizzarle in 10 regole d’oro per aiutarti a migliorare le performance del sito web della tua azienda.

1. Focus sull’utilità dei contenuti

La prima regola ha a che vedere con la content strategy: molto prima dell’ottimizzazione per una parola chiave specifica, è fondamentale che la pagina risponda alle domande, ai dubbi e alle curiosità degli utenti.

Per farlo, bisogna avere compreso le intenzioni dei buyer che si trovano a eseguire una ricerca su Google o su un altro motore. È vero che le pagine in prima posizione contano in media circa 1900 parole (fonte Backlinko, 2016), ma scrivere tanto, senza soddisfare i bisogni del lettore, non servirà a molto.

2. Cercare di evitare il "duplicate content"

Proporre lo stesso contenuto su pagine con URL differenti fa sì che i motori di ricerca non ne mettano in evidenza nessuno. Oltre a compromettere l’esperienza degli utenti, il rischio è che la reputazione della pagina (e del sito di conseguenza) venga compromessa.

3. Ottimizzare ogni pagina per una sola parola chiave

In ottica di ottimizzazione SEO on-page, vale la pena ricordare che ogni pagina del sito dovrebbe targettizzare una specifica parola chiave o long tail keyword.

Come farlo, quando l’azienda opera in diversi settori, verticali e ha buyer persona differenti? Il modo più efficace per raggiungere questo obbiettivo è creare e aggiornare con regolarità il blog aziendale che diventa il cuore del sito. Ogni articolo del blog avrà quindi la sua parola chiave che sia allo stesso tempo ricercata e utile per il pubblico target.

4. Studiare il titolo e l’URL della pagina

Ottimizzazione on-page, in questo caso, significa includere la keyword nel titolo del post e nell’URL.

Ci sono però alcune regole da seguire per evitare che Google penalizzi la pagina. Se utilizzi un CMS come quello di HubSpot, tutti questi accorgimenti sono inclusi nella sezione di creazione e pubblicazione degli articoli del blog. Il titolo dovrebbe includere al massimo 70 caratteri, perché Google non ne mostra di più. Anche l’URL, però, dovrebbe essere breve, anche più stringato del titolo se possibile, per facilitare la comprensione dell’argomento trattato da parte di utenti e motori di ricerca.

Guarda le differenze tra il titolo e l’URL di questo articolo: abbiamo evitato l’inserimento del numero di regole per evitare problemi di coerenza, qualora dovessimo modificarlo.

Soprattutto per la lingua italiana, un’attenzione particolare va dedicata agli accenti che potrebbero creare problemi nella visualizzazione dei link: meglio eliminarli dalle URL.

5. L'importanza delle meta description

Sebbene la meta description in sé non sia un elemento determinante dal punto di vista del posizionamento, è fondamentale perché determina il tasso di clic degli utenti che la visualizzano tra i risultati di ricerca.

Ecco allora che la meta description non deve essere uguale al titolo, ma completarlo in termini di contenuto, per spiegare al lettore ciò che troverà nella pagina e per convincerlo a visitarla. Anche per questo elemento esistono delle regole: i motori di ricerca mostrano solo 155 caratteri. Se si va oltre, si corre il rischio che Google peschi del testo a suo piacimento, individuando una frase che magari contenga la parola chiave.

6. Indicazione dei tag H1, H2, H3, H4, H5

Anche nei paragrafi indicati con il tag H1 o H2 dovrebbe essere presente la parola chiave principale per la quale la pagina vuole ottenere il posizionamento.

Il titolo H1 deve essere unico per ogni pagina, in alcuni casi infatti corrisponde al titolo, per comunicare al motore di ricerca l’argomento trattato. Gli altri title tag, dall’H3 in avanti, servono a dare un ordine ai contenuti della pagina e a migliorare l’esperienza di navigazione.

7. Inserimento dei link interni al sito

All’inizio di questo articolo, abbiamo detto che i contenuti del sito devono essere una fonte utile per i visitatori. L’aggiunta di link interni di approfondimento non fa che accrescere il valore del contenuto, perché propone altre letture che aiuteranno l’utente a chiarire ulteriormente i suoi dubbi. Inoltre, la presenza di una rete di collegamenti migliora la reputazione di un sito, indicando ai motori di ricerca che l’azienda è una fonte autorevole su uno (o più) specifici argomenti (parole chiave).

Qui entrano in gioco i concetti di topic, pagine pillastro (pillar) e cluster: clicca qui per scaricare la guida completa al sito aziendale!

8. Alt text delle immagini

In realtà, la componente descrittiva delle immagini, l’alternative text, non fa parte dell’ottimizzazione SEO vera e propria, ma è un elemento utilissimo per rendere accessibile il contenuto a tutti gli utenti. Se ad esempio, per qualche ragione, l’immagine nella pagina non si carica, viene mostrato il testo alternativo che ne indica il contenuto. Anche i lettori non vedenti, in questo modo, hanno accesso a una descrizione verbale degli elementi visual.

9. Collegamenti a siti esterni

Per quanto possa sembrare una cattiva idea portare il visitatore al di fuori dal sito web aziendale, in realtà esiste anche un vantaggio, perché includere fonti autorevoli migliora la reputazione delle proprie pagine. Inoltre, tra le idee proposte da HubSpot, troviamo anche una sorta di enciclopedia sull’argomento principale, con link che rimandino a una serie di pagine esterne. Un esempio? Se un’azienda si occupa di automazione industriale e tra i suoi mercati target c’è quello automobilistico, potrebbe scrivere un articolo pilastro nel quale elenca tutte le fiere più importanti per il settore a livello mondiale.

10. Data di pubblicazione

Anche su questo elemento di ottimizzazione SEO troviamo opinioni discordanti, tuttavia possiamo dire che la scelta di includere o meno la data di pubblicazione dipenda dall’obiettivo della pagina. Negli articoli del blog, ad esempio, può essere utile lasciare la data visibile e aggiornare i contenuti, magari comunicandolo in calce alla pagina o all’interno dei paragrafi.

Per quanto riguarda le pagine strategiche del sito, invece, le date non servono e potrebbero dare la sensazione che non vi siano aggiornamenti recenti a livello di offerta e di contenuti.

Anche dopo avere pubblicato una pagina perfettamente ottimizzata, è fondamentale ricordare che le regole SEO sono in continua evoluzione, quindi l’attività non ha mai fine, di fatto nemmeno quando si è raggiunto l’obiettivo di posizionamento.

Non si tratta di un impegno da poco, per cui potrebbe essere necessario il supporto di un’agenzia specializzata. Vuoi richiedere un'analisi gratuita del tuo sito aziendale? Clicca qui e scopri come ottenerla!