Per molto tempo gli esperti di marketing hanno basato il proprio calendario editoriale solo su specifiche parole chiave o variazioni delle stesse, ovviamente correlate ai prodotti o servizi offerti, cercando quelle più richieste per portare maggiore traffico al sito. E sicuramente ha funzionato. Oggi, però, le cose sono cambiate, dato che il web è stato invaso da contenuti deboli e di scarso valore, con l'inserimento di tantissime keyword solo per attrarre più traffico. Cos'è accaduto, quindi, e com'è cambiata la SEO oggi? Trattiamo questo argomento nell'articolo che segue.
SEO cos'è? E cosa è cambiato rispetto al passato?
Se un tempo riempire i contenuti e i siti web di parole chiave poteva funzionare per apparire tra i primi risultati dei motori di ricerca, oggi le cose sono cambiate. I loro algoritmi, infatti, diventando sempre più avanzati, hanno imparato a riconoscere e premiare i contenuti non solo in base alle parole chiave, ma soprattutto in base al contesto in cui sono inserite. Il che non significa che le keyword non abbiano più importanza per il traffico organico, ma che l’approccio all'ottimizzazione SEO è notevolmente cambiato. Entriamo nel dettaglio, nei prossimi paragrafi.
Che cosa sono le keyword?
Quando si parla di SEO, le keyword (le parole chiave) sono termini o frasi che descrivono l’argomento di un contenuto, permettendo ai motori di ricerca di classificarlo e agli utenti di trovare informazioni rilevanti rispetto alla loro ricerca.
Una volta che il motore di ricerca stabilisce di che cosa parla un certo contenuto, attraverso i crawler, associa delle keyword specifiche attraverso le quali potrebbe essere cercato.
Come detto in precedenza, per lungo tempo chiunque riempisse i suoi testi di parole chiave aveva l'opportunità di ottenere un enorme successo sui motori di ricerca, ma questo discorso oggi non vale più. Anche se le keyword continuano a rivestire una grande importanza nella definizione di un piano editoriale, la loro efficacia è strettamente collegata al contesto nel quale sono inserite.
Bisogna tenere a mente che l’obiettivo dei motori di ricerca è restituire all'utente i contenuti più utili alla sua ricerca, replicando il più possibile ciò che accade nel corso di una normale conversazione. Questo significa che il potere di una parola chiave è legato esclusivamente al contesto in cui è utilizzata e alla sua corrispondenza rispetto all'intento di chi esegue la ricerca. Il problema è che il web è davvero un luogo affollato ed è impossibile essere gli unici autori che scrivono di un certo argomento, usando parole chiave, per quanto specifiche.
Quindi, anche se hai creato un contenuto ben fatto, di valore e inserito in un contesto strutturato, come puoi emergere tra la folla? Qui entra in gioco quella che viene definita keyword difficulty.
Cosa si intende con keyword difficulty?
La difficoltà di una keyword, o la sua competitività, è una misura che indica quanto sia difficile posizionare il sito per una determinata parola chiave. Più basso è il valore, maggiore sarà la possibilità di ottenere un buon piazzamento nei motori di ricerca.
Generalmente le keyword con il più alto grado di difficoltà sono quelle per cui più aziende vogliono posizionarsi e sulle quali sono già stati scritti molti contenuti.
È quindi importante prendere in considerazione parole chiave meno competitive, più specifiche, che identifichino ancora meglio il settore di attività dell'azienda, in modo da attrarre un pubblico molto più qualificato e trasformarla in una fonte autorevole nel suo campo. Purtroppo, questo non si può prevedere.
L’unica cosa da fare per avere un buon posizionamento sui motori di ricerca è creare contenuti di qualità che rispondano ai bisogni degli utenti e che siano utili per loro.
Come trovare le keyword giuste?
Ci sono 3 passaggi da compiere per identificare le giuste parole chiave da utilizzare:
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Definire chiaramente le buyer persona
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Restringere il campo d’azione
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Raccogliere i dati e analizzare i risultati
Vediamo i vari punti nel dettaglio, nei prossimi paragrafi.
1. Definire chiaramente le buyer persona
Una buyer persona è la rappresentazione semi fittizia del cliente target di riferimento, con caratteristiche, bisogni, necessità e richieste specifiche. Per questo, quando si cercano le parole chiave più utili, è importante capire a quali domande puoi rispondere con i contenuti o i problemi che puoi risolvere relativi alla buyer persona. In questa prima fase, le keyword saranno più generiche.
2. Restringere il campo d’azione
Nel secondo passaggio è necessario entrare più nello specifico, per soddisfare i bisogni degli utenti occorre iniziare a usare keyword più specifiche e, quindi, meno competitive. Il consiglio è pensare a tutte le parole che possono essere correlate all'attività dell'azienda, selezionando quelle più specifiche che meglio la caratterizzano.
3. Raccogliere i dati e analizzare i risultati
Una strategia efficace non può prescindere dall'analisi dei dati. È infatti necessario capire come si stanno comportando le parole chiave utilizzate e quindi se i contenuti appaiono tra i primi risultati dei motori di ricerca per una determinata keyword. Questo permetterà di programmare i piani futuri e di aggiustare il tiro, se necessario.
Com'è facile intuire, fare SEO non è facile. È una continua battaglia per riuscire a guadagnarsi il primo risultato della SERP, ma senza un vero vincitore. Che tu sia all'inizio o che abbia già una buona strategia SEO, è importante tenere sempre a mente le buyer persona e creare contenuti utili che rispondano ai loro bisogni e necessità. Senza timore di rivedere la propria strategia se, analizzando i dati a disposizione, emergesse questa necessità.
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