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Come ridurre la frequenza di rimbalzo del blog aziendale

Scritto da Laura Rinaldi | 7 settembre 2021

Il blog aziendale è ben posizionato sui motori di ricerca, la produzione di contenuti è costante e il numero di visitatori è in aumento, così come le condivisioni sui social. Ciò nonostante, il numero di nuovi clienti e di progetti in entrata non è soddisfacente.

Il problema potrebbe essere la frequenza di rimbalzo (bounce rate). Vediamo di cosa si tratta e come abbassarla, in questo articolo.

Blog aziendale: che cos’è la bounce rate?

La frequenza di rimbalzo indica la percentuale di utenti che abbandonano il blog dopo aver visitato una sola pagina, senza quindi interagire.

Una bounce rate alta non deve subito allarmare. Si tratta infatti di parametro da considerare in relazione ad altre metriche e da analizzare con cognizone prima di giungere a conclusioni affrettate.

Ci sono diversi casi in cui tassi di rimbalzo elevati sono del tutto fisiologici, come nel caso delle landing page che non permettono agli utenti di visitare altre pagine del sito, una volta atterrati. In questo caso, l’utente entra e abbandona la pagina senza poter fare altre azioni e la bounce rate aumenta.

Anche nel caso di blog aziendali e siti di news può capitare che la frequenza di rimbalzo sia sopra la media, dato che spesso gli utenti in cerca di informazioni si limitano a leggere un certo contenuto e a continuare altrove le loro ricerche.

In questo caso, il tempo di permanenza sulla pagina sarà elevato, ma anche la frequenza di rimbalzo.

È proprio qui che bisogna intervenire per fare in modo che i visitatori, trovando l’articolo o il contenuto di particolare valore, decidano di visitare la homepage del sito, ad esempio, o di cliccare una call to action.

L’obiettivo di un blog b2b è infatti generare nuovi contatti fornendo contenuti di valore. Se gli utenti si limitano a leggere gli articoli senza esplorare il resto del sito web, significa che lastrategia di lead generation non è efficace.

Ecco tre consigli da mettere in pratica se la frequenza di rimbalzo del blog aziendale è troppo alta.

#1 Rivedi la strategia SEO e le parole chiave

Targettizzare le giuste keyword è fondamentale per posizionarsi sui motori di ricerca. Una buona strategia SEO permette di individuare le parole chiave rilevanti per gli utenti e di creare contenuti che rispondano alle loro domande e necessità.

Quando i prospect escono dal blog senza compiere alcuna azione, forse il problema è che i contenuti che hanno trovato non corrispondono a ciò che stavano cercando.

Per essere sicuri di attrarre utenti davvero in target, è importante scegliere parole chiave specifiche. Quelle troppo generiche rischiano di portare molto traffico organico da utenti non qualificati, che quindi non si trasformano in lead.

#2 Assicurati che i contenuti forniscano un valore aggiunto alle buyer persona

Gli articoli del blog, i whitepaper, gli ebook, le infografiche e qualsiasi altro contenuto presente sul sito b2b devono rispondere ai dubbi dei prospect.

È fondamentale conoscere il proprio pubblico target: gli obiettivi, le sfide, il ruolo in azienda. In questo modo, sarà possibile realizzare contenuti ad hoc, che possano essere interessanti e fornire un valore aggiunto.

Può essere utile chiedere ai tuoi attuali clienti cosa preferiscano trovare sul sito aziendale, quali siano le loro preoccupazioni quotidiane e come le soluzioni proposte dalla tua azienda stiano supportando il loro lavoro, per poi costruire contenuti sulla base delle risposte ricevute.

Questo susciterà un maggiore coinvolgimento nei clienti potenziali, invogliandoli a visitare altre pagine del sito.

#3 Inserisci CTA in tutti gli articoli del blog

Le call to action (CTA) rappresentano la migliore opportunità per convertire i visitatori in contatti e poi in clienti.

Il consiglio è quello di includere due o tre CTA all’interno di ogni articolo del blog aziendale, posizionandole in punti diversi (ad esempio, una laterale, una a metà pagina e una a fondo pagina).

Le prime due potrebbero rimandare allo scaricamento di un ebook o di un altro contenuto originale, mentre quella finale alla richiesta di una demo o una consulenza. Questo permette di raccogliere i dati degli utenti, da utilizzare per diverse attività di marketing, fornendo loro in cambio contenuti di valore o un servizio gratuito.

Anche i pop-up possono essere utilizzati all’interno del blog per incoraggiare l’iscrizione alla newsletter, ad un webinar in programma o per promuovere lo scaricamento di un particolare contenuto.

Uno dei modi più efficaci per ottimizzare le conversioni è dare la possibilità di iscriversi al blog per ricevere tutte le novità nella propria casella di posta elettronica.

HubSpot, una delle piattaforme di marketing automation più utilizzate, genera questo tipo di email in automatico, inviando agli iscritti gli ultimi articoli pubblicati, permettendoti di risparmiare tempo e risorse.

Arricchire in modo costante il blog aziendale con contenuti rilevanti per i prospect, ottimizzati in ottica SEO, che comprendano CTA chiare e ben visibili e le giuste parole chiave è la soluzione per incrementare le vendite e diminuire la frequenza di rimbalzo.

Ecco perché il content marketing è uno dei pilastri fondamentali dell’inbound marketing, la strategia più efficace in ambito b2b.

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