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6 statistiche del sito aziendale che dovreste controllare

Scritto da Ron Benvenisti | 21 dicembre 2016

 

Quando un sito aziendale è ben disegnato e oggettivamente bello può essere paragonato ad un’opera d’arte. La maggior parte dei siti web esteticamente piacevoli sono allo stesso tempo ordinati, semplici da navigare e intuitivi anche a prima vista.

Tuttavia, lo sappiamo bene, l’abito non fa il monaco e per comprendere il vero successo del vostro sito avrete bisogno di analizzare report e statistiche. 

In questo articolo parleremo di sei categorie di dati da monitorare per sapere se il sito aziendale è ottimizzato e svolge correttamente la sua funzione di lead generation:

  • Numero di visitatori (e fonti del traffico)
  • Tasso di rimbalzo
  • Tempo medio speso sul sito
  • Click-Through Rate (CTR)
  • Tasso di conversione
  • Obiettivi 

Il successo di un sito aziendale non può basarsi solo su font, colori e grafiche.

Vediamo allora cosa potete fare grazie a piattaforme come Google Analytics per assicurarvi che le pagine web appaghino non solo la vista, ma anche il lato più razionale del visitatore.

I dati di analytics sono le metriche base per giudicare l’andamento del vostro sito aziendale, vediamo allora quali sono quelli da tenere sotto controllo.

 

Numero di visitatori (e fonti del traffico)

Il dato principale da tenere sempre controllato riguarda il numero di visitatori che arrivano ogni mese al sito aziendale. Nell’inbound marketing, infatti, il primo passo consiste proprio nell’attrarre traffico di utenti al sito per fare in modo che possano trovare le informazioni che cercano e trasformarsi in seguito in lead e clienti.

Un’attenzione particolare va dedicata ai picchi di traffico o ai crolli improvvisi per comprenderne le cause. Soprattutto nel secondo caso, è importante capire subito cosa sta accadendo e porre rimedio ad eventuali errori. In caso di aumento dei visitatori, comunque, tenere traccia delle performance servirà a costruire delle best practice per replicarle in successive campagne.

Altro dato importantissimo è l’analisi delle fonti che portano gli utenti alle vostre pagine web: vi trovano grazie a ricerche organiche (non a pagamento) su Google, ai link sui social media o da siti esterni?

 

 

Tasso di rimbalzo

La definizione data da Google del termine tasso di rimbalzo (bounce rate) è "la percentuale di visitatori che restano su una sola pagina web prima di abbandonare il sito".

In questo numero potrebbero esserci utenti che:

  • Lasciano il vostro sito cliccando un link collegato ad uno esterno
  • Cliccano il comando indietro ← nel browser
  • Inseriscono un altro URL nel browser
  • Chiudono il programma o la finestra di navigazione
  • Non interagiscono per molto tempo con la pagina web che entra in timeout

Il monitoraggio del tasso di rimbalzo è utilissimo a capire se i visitatori che siete riusciti ad attrarre al sito continuano a navigare al suo interno o se invece scappano via subito. Magari avete appena eseguito una modifica o un aggiornamento nel design che può avere influito sull’aumento del tasso di rimbalzo, con una rapida occhiata alle statistiche potrete rimediare e risolvere il problema in breve tempo.

Anche in questo caso, guardate da quali fonti proviene il traffico con la bounce rate più elevata per individuare le aree di miglioramento e concentrarvi maggiormente sulle fonti che invece portano traffico di qualità al sito.

 

 

Tempo medio speso sul sito

Quanto tempo restano in media i visitatori sulle vostre pagine? È sufficiente per comunicare loro i messaggi che avete preparato con tanta fatica? Il team di content marketing ha prodotto un video e l’avete messo in homepage perché gli utenti lo guardino, ma non restano sul sito abbastanza per vederlo tutto?

 

Per approfondimenti sugli elementi di una homepage efficace, scaricate la nostra check-list gratuita qui.

 

Ancora, analizzate le fonti che portano al sito i visitatori più qualificati che trascorrono più tempo navigando tra le varie sezioni o leggendo tutti i contenuti.

 

Click-Through Rate (CTR)

Le call-to-action (CTA) sono un punto critico delle pagine web perché lì si concentra la strategia per indirizzare i prospect al passo successivo che voi avete individuato nella definizione del processo d’acquisto. Cosa volete che faccia l’utente ora? Solitamente una CTA invita il visitatore a scaricare un contenuto premium, a scoprire di più su un determinato prodotto/servizio o argomento oppure a contattare direttamente l’azienda. Ma se nessuno clicca sulla call to action dovrete modificarla per ottimizzare il processo di conversione da utente estraneo a lead e, in futuro, cliente.

Le CTA sono molto flessibili dal punto di vista della sperimentazione perché è possibile testare differenti posizioni, grandezze, design e testi per scoprire che tipo di pulsante porti i migliori risultati e ottimizzare le pagine per incrementare la  click through rate.

Il consiglio è di usare colori a contrasto rispetto a quelli principali del sito, ma non eccessivamente sgargianti, altrimenti la call to action somiglierà più a un banner pubblicitario che ad un elemento della pagina. Ricordate che deve essere invitante per il visitatore e fare intuire il valore di ciò che lo attende una volta cliccata. Come in tutte le cose, trovare la giusta misura richiede qualche esperimento, ma analizzando i report capirete cosa funziona per il vostro pubblico target.

 

Tasso di conversione

Questo dato dovrebbe significare TUTTO per un’azienda B2B che vede nel sito uno strumento indispensabile per creare nuove opportunità di business.

Esistono tuttavia diverse categorie di tassi di conversione: possono fare riferimento a landing page, email di marketing, meccanismi di lead generation presenti sul sito, trasformazione di lead in clienti effettivi e così via.

La scelta della tipologia da analizzare dipende dagli obiettivi di marketing che vi siete prefissati che possono variare da aumento dei contatti commerciali, conversione da lead a clienti o fatturato. 

 

Obiettivi

Si tratta in realtà di una fase preliminare alla pianificazione della strategia: prima ancora di iniziare a pensare ad un progetto, bisognerebbe domandarsi "Dove vogliamo arrivare?".

Nell'inbound marketing gli obiettivi vengono descritto come S.M.A.R.T. ovvero specifici, misurabili, accessibili, realistici e tempestivi.

 

 

Il tracciamento del progresso delle attività verso i target stabiliti è importante quanto gli strumenti scelti per raggiungerli.

 

I segreti di un sito web aziendale di successo vanno ben oltre il semplice aspetto estetico, ma soprattutto l'analisi e la reportistica approfondite richiedono una buona dose di lavoro continuo.

Per vostra fortuna esistono molte possibilità per accedere ai dati di analytics con pochi semplici clic, ma se volete scoprire quali sono le piattaforme più adatte alla strategia aziendale, prenotate ora una consulenza gratuita con uno dei nostri esperti certificati.

 

 

Quali sono gli elementi insostituibili del vostro sito? Fatecelo sapere con un commento qui sotto!