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Aumentare il traffico organico del sito aziendale: guida definitiva

Scritto da Valeria Caglioni | 5 novembre 2020

Nel b2b, generare nuovi contatti commerciali validi richiede una serie di attività specifiche che iniziano dall’ottimizzazione delle pagine web. Il traffico organico di un sito aziendale è la materia prima senza la quale ogni altra tecnica di lead generation risulta poco efficace, soprattutto nel lungo periodo.

Come attrarre utenti qualificati al sito? In questo articolo proveremo a dare una risposta definitiva a questa domanda, con consigli pratici e aggiornamenti utili sulla SEO. Scopri di più!

Cos’è il traffico organico?

Il termine traffico organico si riferisce alle visite al sito che arrivano dai motori di ricerca, i quali propongono la pagina ritenuta più rilevante per la keyword inserita attraverso algoritmi sempre più intelligenti.

In questo video, l’esperto di marketing digitale di IMPACT spiega come oggi sia impensabile ottenere successo in termini di traffico qualificato, lead e clienti senza unire allo sviluppo del sito aziendale una strategia di content marketing.

Di seguito, vedremo come integrare content strategy e ottimizzazione del sito, per raggiungere i migliori risultati. Puoi cliccare l’argomento di tuo interesse per passare direttamente al paragrafo dedicato.

Collegamenti rapidi:

I contenuti per attrarre traffico organico al sito

Non esiste una formula magica capace di incrementare i volumi di traffico sul sito e fare comparire le sue pagine nella prima pagina dei risultati di ricerca Google.

È vero che la Search Engine Optimization (SEO) prevede una serie di regole di base, ma non solo! È richiesta la trasformazione del sito in un meccanismo perfettamente funzionante, ricco di contenuti interessanti che coinvolgano gli utenti, il vero focus per i motori di ricerca.

Cosa fare per migliorare i risultati della strategia SEO?

Se è già attiva l'ottimizzazione o hai bisogno di impostarla senza correre il rischio di sprecare risorse, per migliorare il posizionamento delle pagine nelle ricerche web, l’attività a cui dare la precedenza è la creazione di contenuti di qualità.

Per quanto siano imprescindibili nel digital marketing, tutte le tecniche SEO del mondo non servono a nulla se i visitatori abbandonano subito il sito!

Gli algoritmi di Google sono costantemente aggiornati per smascherare i tentativi di forzare gli elementi SEO (le parole chiave su tutti) e di attirare utenti su una pagina poco rilevante.

L’obiettivo dei motori di ricerca è migliorare l’esperienza degli utenti e per farlo devono premiare con il ranking solo le pagine web interessanti, ottimizzate e facili da navigare.

Dopo avere chiarito che i contenuti devono essere utili alle persone e non ai motori di ricerca e che è fondamentale includere le parole chiave ricercate dal pubblico target, senza esagerare, è bene specificare che i motori di ricerca prediligono i siti aggiornati a quelli statici.

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Troppo spesso invece accade che i contenuti di un sito rimangano sempre gli stessi; ecco perché includere un blog può rappresentare la scelta vincente.

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La sezione blog di un sito, infatti, può essere aggiornata ogni settimana scrivendo articoli che per Google rappresentano nuove pagine da indicizzare.

Oltre a migliorare la reputazione online, l’azienda ha l’opportunità di:

  • costruire una relazione con i prospect
  • fidelizzare i clienti
  • dimostrare competenza e autorevolezza nel mercato di riferimento

Grazie a questi risultati, si raggiunge l’effetto desiderato di attrarre traffico organico al sito, in modo naturale. A questo punto, sorge un’altra domanda.

Quali sono i contenuti da pubblicare?

La prima categoria è quella delle notizie e delle tendenze di settore: se l’azienda fa dell’innovazione e della ricerca il suo fiore all’occhiello, può sfruttare il blog per condividere informazioni in esclusiva, capaci di stimolare il dibattito con i suoi lettori.

Può essere utile consultare Google Trends e indagare le ricerche in crescita nella nicchia di mercato in cui opera l’azienda, per trovare spunti e intercettare le tendenze prima dei concorrenti.

Anche quando non si è i primi a scrivere su un determinato argomento, non è detto che non ci si possa posizionare; non sempre i primi sono i migliori nel content marketing!

L’articolo scritto deve essere completo e approfondito, in modo da restare posizionato anche nel lungo periodo.

Quando si pubblicano contenuti di valore, è più probabile che altri siti li citino o che vengano condivisi sui social network da una platea maggiore. Tutto ciò contribuirà a migliorarne la reputazione agli occhi dei motori di ricerca che, grazie all’aggiornamento frequente della sezione blog, inizieranno a considerare il sito aziendale come una fonte autorevole di nuove informazioni.

 

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Oltre agli articoli descritti finora, più legati all’attualità, ci sono i contenuti cosiddetti pilastro che rappresentano le fondamenta della content strategy e sono pagine con almeno 2000 parole, in grado di restare valide per anni.

Si tratta di contenuti sempreverdi che possono essere promossi più volte sui canali aziendali.

Il vantaggio di articoli così corposi si concretizza in maggiori opportunità di farsi notare dai motori di ricerca per la parola chiave principale e i sinonimi.

Prima di passare al paragrafo dedicato proprio alle keyword, dobbiamo introdurre un formato di contenuto che diventa sempre più determinante nell’attrazione di traffico organico. Stiamo parlando dei video.

Video & traffico organico: le statistiche

Ecco alcuni numeri che ti aiuteranno a comprendere il potenziale dei contenuti video, anche per le aziende b2b.In questo articolo di Marketing Sherpa, viene raccontato il caso di una software house, Attivio, che alla sua offerta di contenuti – costituita da blog, whitepaper, webinar e analisi - ha aggiunto i video per aiutare il pubblico a comprendere dei concetti complessi.

I risultati non hanno tardato ad arrivare e Attivio ha incrementato:

  • dal 200% al 300% il numero di visitatori unici al mese
  • del 100% il tempo medio trascorso sul sito da ogni utente, di cui
      • 3 minuti in più trascorsi sulle pagine che contengono video
      • 1 minuto e mezzo in più trascorso sulle pagine che non contengono video
In un filmato di 2-3 minuti, infatti, è possibile arrivare a quasi 50mila parole, molto più facili da assimilare rispetto alla lettura di un eBook di oltre 20 pagine.

Vuoi un esempio? Nel video che ti proponiamo di seguito viene introdotto il concetto di storytelling aziendale, un elemento molto importante anche nella definizione della struttura del sito.

Secondo Cisco, entro il 2022 il traffico video costituirà più dell’80% del totale, moltiplicando 15 volte il dato relativo al 2017.

Per enfatizzare l’importanza del formato video anche per il b2b, citiamo questo articolo di Wordstream che sostiene come quasi il 60% dei dirigenti, potendo scegliere tra un testo e un filmato sullo stesso argomento, scelgano il secondo.

YouTube è di proprietà di Google ed è anche il secondo sito più visitato (dopo Google, appunto), per cui può accadere che il motore di ricerca mostri prima i risultati ospitati sulla sua piattaforma, rispetto ai contenuti di altri siti.

Ma ricordiamo che al centro dell’attenzione c’è l’esperienza degli utenti, quindi l’aggiunta di video sulle pagine del sito aumenterà il tempo di permanenza e di conseguenza la reputazione, considerata fondamentale per il posizionamento.

Aggiungendo un link al sito dai video YouTube e dal proprio canale, si consolida ulteriormente l’autorevolezza.

E di link esterni che puntano al sito aziendale come fonti di traffico organico parlerà il prossimo paragrafo, dedicato al guest blogging.

Guest blogging

Finora abbiamo parlato di contenuti creati per il sito web dell’azienda. C’è però un’attività di content marketing che è in grado di migliorare la reputazione e allo stesso tempo incrementare il traffico organico.

Stiamo parlando del guest blogging, una pratica molto efficace che consiste nell’offerta di un articolo a un sito esterno all’azienda che abbia però lettori interessati ai medesimi argomenti.

Nel mercato italiano, alcuni esempi sono i siti delle associazioni di categoria, le piattaforme online delle riviste di settore o i blog di riferimento per i professionisti.

Quando i contenuti sono originali, scritti bene e non promozionali, sono pubblicati volentieri e, includendo un paio di link a pagine di approfondimento sul sito aziendale, rappresentano una nuova fonte di traffico organico e un’indicazione di autorevolezza per i motori di ricerca.

Inoltre, da un’attività di guest blogging possono nascere collaborazioni con altri esperti e influencer del settore e persino nuove opportunità di business.

Parole chiave & long tail keyword

Le parole chiave e le long tail keyword sono gli elementi base di una strategia SEO e rappresentano i termini inseriti dagli utenti nei motori di ricerca per i quali l’azienda deve essere posizionata.

Se la parola chiave è un termine generico - ad esempio traffico” - la difficoltà di raggiungere la prima pagina di Google sarà altissima, come i volumi di ricerca.

Quando invece si è più specifici e si digita una long tail keyword, come se si rivolgesse una domanda al motore di ricerca – ad esempiocome aumentare il traffico organico” – il target è più preciso, i volumi minori e le risposte più centrate.

 

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Online puoi trovare alcuni strumenti efficaci per trovare le keyword per la tua nicchia di mercato e classificarle in base alle priorità.

Come dicevamo, il focus sono gli utenti: anche i titoli delle pagine (o degli articoli del blog) devono catturare la loro attenzione, facendo capire che lì troverà le risposte che cerca.

A questo punto, è necessario introdurre un ulteriore approfondimento sugli utenti in target, le buyer persona.

Buyer persona

Per conoscere gli argomenti capaci di suscitare l’interesse degli utenti in target, è necessario avere completato un passaggio fondamentale delle strategie di marketing: la definizione delle buyer persona.

Chi sono i clienti ideali per l’azienda?

Chi sono gli utenti che si dovrebbero costituire il traffico organico del sito?

In questa fase, occorre riunire marketing & forza vendita, analizzando i comportamenti di acquisto e le interazioni di clienti e prospect in ogni fase del buyer journey.

Scrivere i contenuti tenendo a mente le diverse buyer persona aiuta a fornire a ogni tipo di utente le risposte che cerca, un valore aggiunto che distinguerà l’azienda dai concorrenti.

Ma le keyword e gli argomenti ricercati dai clienti ideali sono solo uno degli elementi SEO capaci di incrementare il traffico sul sito. Vediamone altri nel prossimo paragrafo!

Elementi SEO

Le parole chiave costituiscono le fondamenta della strategia SEO, perché a partire dalle keyword possono essere composti i titoli, gli url, le meta description delle pagine e gli alt-text delle immagini incorporate.

Il titolo delle pagine web dovrebbe avere meno di 70 caratteri e contenere la parola chiave o la long tail keyword.

Ecco un esempio nell'immagine, in cui si vedono i risultati di una ricerca per la long tail keyword "acquisire clienti b2b". Questo articolo del nostro blog - il cui titolo è creato proprio sotto forma di domanda, come se la ponesse l’utente che Fontimedia desidera attrarre sul suo sito - ha conquistato anche il featured snippet di Google:

In questo caso, si tratta di un articolo del blog con una parola chiave principale diversa ma collegata a quella per cui si è posizionato, a dimostrazione della capacità dei motori di ricerca di andare oltre alla tecnica SEO e di cogliere le intenzioni dell'utente.

Comunque, tutti i titoli delle pagine del sito devono essere univoci e richiamare il loro contenuto effettivo, per incrementare il traffico organico e fare in modo che sia di qualità.

All’interno della pagina, i titoli dei paragrafi utilizzati per la formattazione del testo possono essere segnalati come tag H2, H3, e così via. Di solito, il tag H1 indica il titolo.

L’uso degli heading tag è importante per la corretta indicizzazione da parte di Google, perché segnalano le frasi più importanti.

Scegliendone uno per il titolo e altri per le sezioni o i paragrafi, altri ancora per delle domande che spezzino la monotonia del testo, Google riconoscerà queste etichette e capterà l’argomento della pagina web, portando nuovi visitatori che cercano quelle parole chiave.

Ecco un esempio nell'immagine:La funzione di una meta description è descrivere all'utente il contenuto della pagina che compare tra i risultati della sua ricerca.

Nel caso dell’immagine, per la keyword “digital marketing b2b”, dopo alcuni testi accademici, compare questo articolo del nostro blog (le bande gialle indicano la meta description).

C’è un limite tecnico nel numero dei caratteri e deve contenere la parola chiave principale. La meta description dà l’opportunità di spiegare all'utente perché dovrebbe cliccare il link e visitare il sito.

Bonus: dà un’occhiata all’URL del post che stai leggendo: contiene il dominio del sito che ospita il blog e il titolo, separato da trattini.

Tutte le immagini inserite in una pagina web andrebbero rinominate, utilizzando le parole chiave come testo alternativo. Non è più necessario usare i trattini per separare i diversi termini, perché Google riconosce gli spazi tra uno e l'altro.

L’alt-text è riconosciuto dai motori di ricerca ed è un’altra opportunità per essere trovati, attirando utenti qualificati al sito.

Struttura dei link

La pagina deve essere collegata tramite link ad altre sezioni del sito, per mostrare ai visitatori quali e quanti altri contenuti interessanti hanno a disposizione e invitarli a continuare la navigazione.

 

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Nel paragrafo dedicato ai contenuti, abbiamo introdotto il concetto di pagine pilastro che approfondiamo ora a proposito di struttura dei link.

Il contenuto pillar è quello più ricco (e lungo in termini di parole) a cui puntano tramite link altri articoli cluster, legati ad argomenti più di nicchia ma focalizzati su parole chiave sinonimi – e con volumi di ricerca minori – della principale.

immagine: HubSpot

Questa struttura di link si allinea perfettamente all’organizzazione dei motori di ricerca che classificano le migliaia di pagine pubblicate online, in modo rapido, per mostrare agli utenti solo i risultati utili.

Gli algoritmi, impostati per riconoscere i link irrilevanti e inseriti per forzare la SEO, penalizzano la pagina e il sito che la ospita.

Consigli pratici

Come abbiamo visto, per incrementare il traffico organico servono contenuti coinvolgenti.

La creazione di materiali utili e interessanti per il pubblico target deve essere anche regolare, seguendo una content strategy strutturata.

Se in passato poteva bastare scrivere ogni tanto, oggi Google richiede che si pubblichino con frequenza contenuti sempre più corposi e di valore.

Gli algoritmi dei motori di ricerca si aggiornano in base alle esigenze degli utenti che cambiano e si adattano ai diversi contesti. Per questa ragione, oggi è raro trovare una pagina web non ottimizzata e poco rilevante per la parola chiave nei risultati di ricerca.

Come si misura il livello di coinvolgimento?

Tra le metriche più concrete, troviamo il numero di commenti al post sul blog, le condivisioni sui social media, i link presenti su piattaforme esterne e il tasso di clic nel caso delle newsletter.

Ogni pagina pubblicata è un’occasione per creare una relazione con il pubblico (o consolidarla).

Analizzando le interazioni, si è in grado di migliorarle sempre più e conoscere gli interessi e le esigenze su cui fondare i contenuti successivi.

Non ci sono regole fisse per creare contenuti di qualità in grado di generare engagement e migliorarne il posizionamento, ma possiamo proporti alcune buone pratiche.

  1. Concentrati sulla creazione di pagine pilastro complete, ottimizzate e lunghe
  2. Monitora la struttura cluster-pillar e verifica la validità dei link
  3. Aggiorna spesso le pagine, arricchendole con nuovi dati
  4. Inserisci statistiche, grafici, immagini e video

Sapevi che una pagina non ottimizzata che si apre lentamente e non ha un percorso di navigazione intuitivo scoraggia i visitatori nel 70% dei casi? (Fonte: Experienced Dynamics).

Per evitare che questi utenti cerchino un altro sito e trovino i tuoi concorrenti, le pagine devono essere semplici da visualizzare e scansionare con paragrafi brevi, spazi bianchi e contenuti visivi.

Ricorda che oltre a inserire la parola chiave è importante trasmettere informazioni preziose: sfrutta l’esperienza dell’azienda nel suo settore e proponi alcuni insight esclusivi!

Sfruttare i social network

Trovare i social media adatti a ogni specifica azienda dipende molto da quanto sono frequentati da clienti e prospect.

Per restare in tema di engagement, nel b2b una pagina LinkedIn aggiornata è il canale perfetto per coinvolgere il pubblico con messaggi su misura.

Sapevi che il 46% del traffico social sui siti b2b proviene da LinkedIn?

Si tratta di una fonte da monitorare e ottimizzare per aumentare il traffico organico ed è strategica per molte altre attività di digital marketing, tra cui:

  • account based marketing
  • social selling
  • sales enablement
  • inside sales

La gestione social aziendale integrata in un piano inbound marketing è l'esempio concreto di meccanismo efficace per alimentare coinvolgimento, traffico e analisi dei dati.

Quando la strategia riesce a fare la differenza ed emergere nel mercato, si trovano con maggiore facilità anche nuove opportunità di business.

Il sito di un’azienda b2b è lo strumento di marketing numero uno, perché è in grado di attrarre traffico organico qualificato e convertire lead, ma anche di assicurare un’esperienza cliente priva di ostacoli.

Vuoi conoscere la valutazione del sito della tua azienda? Richiedi subito un’analisi gratuita, per scoprire i margini di miglioramento e le attività da cui iniziare.