Ma di cosa si tratta? Scopri i dettagli e l’impatto sul ROI nell'articolo di oggi.
Abbiamo parlato più volte della necessità di mettere al centro della strategia di marketing il cliente; per farlo, è fondamentale definire le buyer persona. Se vuoi conoscere le modalità, clicca qui e vai al nostro articolo dedicato.
Trattandosi di una rappresentazione basata su dati reali e supposizioni, tuttavia, è fondamentale avere la possibilità di analizzare le statistiche e capire se le ipotesi trovino poi una conferma nei fatti.
È qui che troviamo la centralità della funzione a/b testing: aiuta a verificare la correttezza delle decisioni strategiche.
Prima di addentrarci nei dettagli della piattaforma HubSpot, vediamo le basi dell’attività di a/b testing.
L’a/b testing ha senso solo se produce risultati concreti, ecco perché vale la pena provare due versioni di landing page, una con il form da compilare di lato e una con il form in basso, ad esempio, avendo queste pagine un forte impatto sulla lead generation.
Conoscere l’investimento richiesto nel test aiuta a calcolare il ROI.
Sono 4 le aree principali nelle quali HubSpot mette a disposizione lo strumento per l’a/b testing, ma anche i contenuti smart e personalizzati:
Per quanto riguarda le email, gli utenti HubSpot Pro e quelli Enterprise hanno a disposizione uno strumento a/b testing estremamente semplice da usare.
Per eseguire i test sono necessari almeno 1000 destinatari; la piattaforma penserà poi a suddividere in modo casuale le 2 diverse comunicazioni.
Attenzione: non è possibile fare a/b testing per le email che fanno parte di workflow automatici di lead nurturing.
Gli elementi su cui provare i test possono riguardare:
Le call to action sono gli elementi centrali nelle strategie di conversione del marketing digitale. Presentano diversi elementi da testare. La regola generale, però, vuole che le modifiche si eseguano una alla volta, proprio per valutare i risultati specifici.
Alcuni esempi? Il colore di sfondo della CTA, il colore del pulsante che invita all'azione, la lunghezza del testo, la presenza di un’immagine. Non solo, anche il posizionamento della call to action può incidere sulle sue performance.
Quando la statistica si fa più rilevante e si ha un’opzione vincitrice come più efficace, HubSpot invia una notifica con il suggerimento.
Per gli utenti che hanno attivato un account HubSpot Professional o Enterprise, le landing page sono forse l’elemento più semplice da testare.
Come fare? Dopo avere pubblicato la landing page, è possibile creare la sua variante a/b, di fatto un clone.
Fare solo un clone, tuttavia, richiede la modifica e l’analisi manuale, mentre l’a/b testing consente di eseguire sia l’una che l’altra in automatico.
Come abbiamo accennato in precedenza, tipicamente sulle landing page si provano diversi tipi di form (o gli stessi in posizioni differenti): ad esempio, grazie all'a/b testing potrai scoprire che richiedere il numero di telefono in una fase iniziale del buyer’s journey limiti le conversioni. Altro elemento da testare sono le immagini, meglio inserirle in alto oppure no?
Non è tutto, se per una campagna il dipartimento interno o l’agenzia di marketing b2b hanno realizzato 2 contenuti premium (un video e un eBook), la landing page è il luogo perfetto per proporli entrambi e verificare le performance.
Grazie al CMS che in HubSpot viene definito COS - content optimization system – è possibile anche eseguire degli a/b testing sulle pagine del sito, oltre che sulle landing page. La modalità di esecuzione è praticamente la stessa.
A seconda dei volumi di traffico più o meno consistenti, i test saranno attendibili in poche settimane o qualche mese.
Le pagine su cui vale la pena eseguire dei test sono:
HubSpot offre anche l'opportunità di creare contenuti smart. Come funzionano?
La pagina del sito, l'email o la CTA possono cambiare in base alle caratteristiche del visitatore: provenienza geografica, dispositivo da cui naviga, fase del buyer's journey e molto altro.
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