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Migliora il sito internet aziendale con un metodo poco conosciuto

Scritto da Ron Benvenisti | 22 giugno 2021

Per le aziende b2b oggi, il sito internet aziendale rappresenta molto di più di una presentazione trasferita sul web.

Quando è costruito in modo da assicurare un’esperienza utente eccellente - e quindi risponde alle domande di prospect e clienti, fornendo contenuti utili - è in grado di attrarre grandi volumi di traffico qualificato, convertire lead e ottenere preziose opportunità commerciali.

Scopri come migliorare le performance del sito continuando a leggere questo articolo!

Come si valuta l’efficacia di un sito internet aziendale?

L’obiettivo di un sito aziendale è raccontare a prospect e clienti il modo in cui le soluzioni proposte possano aiutarli a superare una sfida, risolvere un problema o migliorare l’efficienza dei processi.

L’esperienza di navigazione è l’elemento più importante per migliorare il coinvolgimento degli utenti e fare in modo che:

  • da visitatori estranei diventino lead
  • da lead si trasformino in opportunità commerciali
  • da opportunità si convertano in nuovi clienti
  • da clienti soddisfatti diventino testimonial e portino nuovi potenziali clienti

Dunque, se l’efficacia di un sito internet aziendale si valuta dalla user experience, come si analizza questo fondamentale indicatore?

Una risposta può arrivare dai sistemi di heat mapping. Scopriamo cosa sono e come funzionano!

Heat mapping: significato e consigli per analizzare il sito internet aziendale

I software di heat mapping identificano le aree nelle quali si concentrano il maggiore e il minore livello di coinvolgimento degli utenti del sito web, attraverso delle vere e proprie mappe di calore.

Di solito, il colore blu definisce le zone con bassi livelli di engagement, mentre il rosso indica quelle in cui l’attenzione dei visitatori è elevata.

Usando questi strumenti, si ha la possibilità di comprendere il comportamento di navigazione e quindi di ottimizzare le zone poco coinvolgenti, oppure di fare leva su quelle che già catturano la curiosità, attivando meccanismi di lead generation, ad esempio.

Pur essendo la colonna portante di ogni strategia di digital marketing, il sito aziendale non può più essere considerato un elemento statico.

I dati provenienti dalle heat map servono proprio a capire cosa stia funzionando e cosa debba essere migliorato, trasformando il coinvolgimento degli utenti in opportunità concrete di incrementare il fatturato.

Quali dati si possono ottenere dai software di heat mapping?

Il software di heat mapping più conosciuto è forse Hotjar, ma è utile sapere che esistono anche altre piattaforme: VWO, Lucky Orange e Crazy Egg sono alcuni esempi di alternative presenti sul mercato.

Le loro funzioni includono:

  • mappatura dei clic - per avere una visione di quali call to action siano più cliccate rispetto ad altre e quali elementi vengano cliccati pur non contenendo alcun collegamento, da desktop e da mobile
  • mappatura dello scrolling - conoscere il punto esatto della pagina nel quale si ferma la maggior parte dei visitatori permette di posizionare meglio le call to action, ma anche di creare curiosità per invogliarli a proseguire la navigazione
  • mappatura dei movimenti del mouse - i movimenti del puntatore del mouse forniscono dettagli preziosi sul comportamento degli utenti, perché aiutano a capire dove si concentri la loro attenzione
  • mappatura dell’attenzione - la funzione di eye tracking segnala le aree più viste del sito internet aziendale da utenti selezionati per queste analisi, attraverso dispositivi posizionati sugli schermi, webcam oppure occhiali appositi

Ecco alcuni esempi di analisi eseguite sulle pagine del nostro sito.

Heat map clicks - segnala il numero di clic sui pulsanti presenti sulla pagina:

Heat map move - mostra i movimenti sulla pagina:

Heat map scroll - indica la percentuale dei visitatori che arriva a ogni punto della pagina:

Come è naturale che sia, più si scende e più si abbassa il numero di utenti, con il colore che passa da rosso a verde.

Come sfruttare i dati per aumentare il ROI

Ottimizzare il sito aziendale può significare vedere un incremento del traffico organico, dei lead generati e delle nuove opportunità di business concretizzate.

Questo processo ha tre principali aree di intervento che possono essere migliorate grazie all’analisi dei dati: call to action, contenuti e navigazione da mobile. Vediamo come fare.

1. Call to action

L’ottimizzazione delle call to action ha un impatto diretto sulle conversioni, perché si tratta del primo passo per portare i visitatori su una landing page o al contatto diretto con l’azienda.

In questo caso, la mappatura dei clic, dei movimenti del mouse e dell’attenzione sono le analisi da considerare per valutare l’esperienza degli utenti.

Se ci sono alcune CTA con alti tassi di clic e altre che vengono ignorate, ad esempio, è utile capire quali siano le ragioni. Potrebbe essere sufficiente cambiare la posizione oppure replicare le best practice (colore, dimensione, presenza di immagini) di quelle più cliccate, per migliorare il rendimento di tutto il sito.

Attivare dei test - magari eliminando le distrazioni e concentrando l’attenzione sulle CTA - è il modo più rapido per capire le preferenze dei visitatori.

2. Contenuti

Sono le mappature di scrolling, movimenti del mouse e dell’attenzione a fornire le informazioni sulla necessità di ottimizzare i contenuti di un sito web aziendale.

Le heat map danno un’idea immediata dell’interesse suscitato da immagini, testi e video nei visitatori.

Se invece i contenuti non ottengono i risultati sperati, possono essere fatte modifiche in termini di lunghezza dei testi, inserendo dei link per approfondire alcuni passaggi senza occupare troppo spazio nella pagina.

Anche in questo caso, l’a/b testing fornisce un riscontro immediato sulla qualità del lavoro di revisione.

3. Navigazione da mobile

Anche nel b2b, garantire un’esperienza utente eccellente dai dispositivi mobili diventa sempre più importante.

Non si tratta solo di una gentilezza riservata ai visitatori che per le ragioni più disparate arrivano sul sito web aziendale dal proprio smartphone, ma anche di una strategia che ha un impatto sul ranking dei motori di ricerca.

Per ottimizzare il sito in ottica mobile responsive, i dati da analizzare riguardano i punti su cui si posizionano non tanto i clic del mouse quanto le dita degli utenti.

  • Ci sono aree in cui faticano a navigare, inserire dati o che non sono comode da cliccare?
  • Le call to action sono visibili e funzionano anche per chi naviga da mobile?
  • Le landing page hanno moduli complicati da compilare tramite smartphone?
  • I testi sono troppo lunghi e richiedono una continua attività di scrolling?
  • Le immagini occupano l’intero schermo generando confusione nei visitatori?
  • Il menu visualizzato da mobile è semplice e intuitivo?

Per essere certi di offrire un’ottima esperienza a tutti e da tutti i canali, tutte queste domande devono trovare una risposta.

Nell’articolo di oggi, abbiamo descritto gli elementi che possono essere analizzati e migliorati grazie all’uso di un software di heat mapping. Ma questo non è l’unico modo per migliorare le conversioni di un sito aziendale.

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