Nel marketing digitale, una landing page è una pagina web singola, creata appositamente per una specifica campagna. Letteralmente, si chiama pagina di atterraggio perché è lì che arriva un visitatore dopo avere cliccato su una call to action o su un’inserzione su Google AdWords.
Le landing page sono progettate con un obiettivo e devono quindi essere il più possibile semplici per garantire che il tasso di conversione della campagna collegata si mantenga alto.
Per comprendere appieno le differenze tra landing page e altre pagine del sito web aziendale, come la homepage, è fondamentale anche considerare le diversità fra traffico organico (che deriva dalle ricerche degli utenti online) e traffico a pagamento.
Sono molte le aziende che collegano le proprie campagne di digital marketing, anche a pagamento, alla homepage del sito: email, inserzioni sui social media o PPC. Si tratta però di un’occasione sprecata perché tutto il traffico che si presume sia targettizzato e quindi qualificato rischia di non avere opportunità di convertirsi in lead.
La landing page è invece ottimizzata proprio per invitare il visitatore a compilare il form al suo interno con i propri dati e diventare un contatto commerciale a tutti gli effetti.
Se ad esempio avete attivato una campagna PPC di Google AdWords che targettizza una delle parole chiave principali del vostro business, anche riuscendo a convincere l’utente a cliccare perché legge quanto sia valida e completa la vostra proposta, se arriva homepage, quale sarà il passo successivo per lui? Cosa volete che faccia questo visitatore per ora ancora anonimo?
La definizione dell’obiettivo della campagna dovrebbe essere il primo passo e, solo una volta individuata l’azione che si vuole fare compiere agli utenti, si deve fare in modo che a loro risulti il più naturale possibile. Per farlo, è molto meglio farlo atterrare su una pagina specifica.
Provate a fare un test, vedrete il tasso di conversione migliorare notevolmente.
Ora che abbiamo compreso perché sia fondamentale avere delle landing page a supporto delle campagne di digital marketing, passiamo a descrivere gli elementi per assicurarsi che ottenga i risultati desiderati.
Vuoi un esempio? Clicca qui e vai all’infografica: anatomia di una landing page che converte!
Nel rispondere alla domanda “Cos’è una landing page?” occorre considerare la motivazione per cui sono stati progettati questi strumenti: le inserzioni Google Adwords.
Nell’immagine, un esempio di pagina contenente i risultati di ricerca Google, ciò che compare all’utente che ha digitato una parola chiave e premuto invio.
Le aree principali sono 4 e comprendono:
Iniziamo dall’ultima sezione, la numero 4, i risultati organici della ricerca sono i link alle pagine dei siti che Google ha scelto di mostrare in risposta alla ricerca per una specifica parola chiave. Questo è il motivo principale per cui oggi è essenziale avere un sito web aziendale: essere trovati attraverso una ricerca organica.
I risultati a pagamento (sezioni 1 e 2) sono strumenti diversi, poiché nelle inserzioni si ha l’opportunità di scegliere a quale pagina collegare il link proposto dal motore di ricerca. Le possibilità sono 2: la homepage del sito oppure (opzione consigliata) una landing page creata specificamente per gli scopi della campagna relativa all’inserzione.
Nell’immagine che segue potete vedere a sinistra un esempio di homepage e a destra una landing page. Gli elementi colorati di arancione indicano la presenza di link all’interno della pagina: come si può facilmente notare, se in homepage ci sono 43 link, nella landing page ne esiste solo uno.
Il motivo? È dimostrato come l’assenza di link sulla landing page migliori notevolmente il tasso di conversione poiché le distrazioni a disposizione dell’utente sono pressoché nulle. Ecco perché i marketer esperti scelgono di indirizzare il traffico proveniente dalle inserzioni a pagamento a una landing page dedicata.
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