Questo articolo è dedicato a tutte le aziende, anche a quelle che hanno da poco rifatto il look o riscritto i contenuti del loro sito istituzionale. Il motivo? Anche se il restyling è avvenuto da pochi mesi, può essere che i risultati tardino ad arrivare. Significa che bisogna intraprendere un progetto nuovo, lungo e dispendioso? Probabilmente no, basterà entrare nell'ottica di prevedere un’ottimizzazione continua.
Scopri quali sono i segnali che indicano se è il caso di correre ai ripari e i consigli per un sito web aziendale davvero efficace.
Quanto spesso va aggiornato il sito web aziendale?
La risposta più semplice a questa domanda è: ogni volta che è necessario. Ogni giorno possono essere eseguite piccole modifiche e ottimizzazioni, mentre una ristrutturazione totale potrebbe essere sufficiente ogni 2-3 anni.
In breve, non c’è una risposta sbagliata, a meno che la tua non sia “abbiamo rifatto il sito 5 anni fa e abbiamo speso un patrimonio, non lo cambieremo mai più!”
A seconda degli obiettivi definiti dall'azienda, con piccoli aggiornamenti al sito intendiamo, ad esempio, l’ottimizzazione degli articoli del blog meglio posizionati, ma datati, mentre i progetti più strutturati possono riguardare un rebranding totale, per cui i colori, i font, i loghi dell’azienda devono essere rivisti anche online.
Ovviamente, ogni cambiamento dovrebbe portare a un miglioramento delle performance, per cui vale la pena analizzare i benchmark e monitorare i dati, per capire se è stata fatta la scelta giusta.
Va sottolineato poi che i repentini cambiamenti tecnologici e gli algoritmi introdotti di frequente da Google rendono sempre più complicato restare al passo con le tecniche SEO.
Anche dal punto di vista del design e delle tendenze in fatto di grafica, però, quello che poteva essere innovativo e piacevole qualche anno fa può invece essere percepito come vecchiotto, oggi.
Se ancora non ti sei convinto che il sito web aziendale abbia bisogno di un aggiornamento – piccolo o grande che sia – ecco 5 segnali che dovrebbero farti scattare un piccolo campanello d’allarme, con alcuni consigli per rimediare e i vantaggi che ne deriveranno.
1. Gli utenti non trovano le informazioni che cercano
Quando i visitatori del sito web aziendale non trovano le informazioni che cercano escono subito e le pagine rischiano di essere penalizzate anche a livello di ranking di posizionamento.
Gli utenti dovrebbero essere in grado di trovare velocemente le risposte alle loro domande, le soluzioni per superare le loro sfide professionali, già nella homepage, con una navigazione semplice e intuitiva che li accompagni passo dopo passo.
Se il sito non offre risposte, in termini di contenuti pubblicati, proposte commerciali o materiali scaricabili, l’utente lo abbandonerà e difficilmente vi farà ritorno.
Per verificare queste performance, bisogna osservare le statistiche di click through rate delle pagine meglio posizionate. Perché non ricevono traffico? Il sito dovrebbe riflettere l’immagine aziendale, ponendosi come una preziosa fonte di informazioni per il pubblico target in ogni fase del percorso d’acquisto.
2. L’azienda ha cambiato la proposta commerciale o la branding guide
Che si tratti di una modifica totale della comunicazione corporate, con un cambio di logo e di branding, o di un aggiornamento dell’offerta commerciale, con l’aggiunta e la sostituzione di prodotti e servizi, il sito deve riflettere i cambiamenti.
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Lo stile del sito, esattamente come quello personale, nel tempo si deve evolvere, adattandosi alla figura (la struttura aziendale), alle tendenze (il mercato target) e ai riscontri ottenuti (le statistiche di lead generation).
3. Il sito non è ottimizzato per la navigazione da mobile
Sapevi che nel 2018 il 52,2 % del traffico mondiale proveniva da dispositivi mobili? Si tratta di una tendenza in crescita, perché l’anno precedente era il 50,3%. Se il sito web aziendale non è responsive, il campanello d’allarme deve suonare più come una sirena di emergenza.
4. Il traffico non basta a raggiunge gli obiettivi di lead e clienti
Per analizzare queste statistiche, è necessario esaminare il posizionamento del sito web aziendale per le parole chiave strategiche che hanno costituito l’ossatura della content strategy e della SEO. Se è la prima volta che ne senti parlare, forse è davvero il momento di ristrutturare il sito!
Anche le attività di ottimizzazione per i motori di ricerca, come la creazione del sito, non sono un traguardo da raggiungere e poi dimenticare. È necessario un lavoro costante per migliorare le performance in termini di traffico.
Per generare lead, occorre l’inserimento di meccanismi come le call to action che portano l’utente a richiedere un contenuto premium, un contatto diretto o a riservare il posto a un evento esclusivo, in cambio dei suoi dati di contatto.
Una volta trasformati gli utenti in lead, quando tornano sul sito possono essere implementati contenuti smart che lo nutrono con informazioni personalizzate, accompagnandolo fino alla firma del contratto.
5. Nessuno in azienda condivide il sito
Se i primi promotori dell’azienda, i suoi collaboratori, non hanno piacere a condividere le pagine del sito o del blog, evidentemente non ne vanno abbastanza fieri!
Il sito non è solo uno strumento di marketing, può diventare il mezzo più potente per lo storytelling aziendale che aiuta a raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi.
In questo articolo, abbiamo visto alcuni dei segnali che dovrebbero fare comprendere che il sito aziendale vada aggiornato. Non è detto che si tratti di un progetto complicato, anzi! In alcuni casi possono essere eseguite piccole migliorie capaci di generare un ritorno concreto, in termini di traffico, lead qualificati e nuovi clienti, oltre a un deciso impatto sull'immagine e la reputazione dell'azienda.
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